Se il mondo oggi è così globalizzato ed interconnesso lo si deve anche al lavoro dei traduttori, che hanno reso comprensibili lingue fino a qualche decennio fa sconosciute ed hanno notevolmente ridotto le distanze tra popoli di diverse culture. Per questo motivo l’ONU nel 2017 ha istituito la Giornata internazionale della traduzione che cade il 30 settembre. Non è una data scelta a caso poiché in quel giorno si celebra San Girolamo, patrono dei traduttori, che fu incaricato di rivedere la traduzione in latino della Bibbia. Dopo un’attenta analisi il santo tra il IV ed il V secolo decise che per il Vecchio Testamento era più opportuno eseguire una nuova traduzione dall’ebraico. Le precedenti versioni latine del Vecchio Testamento infatti derivavano da traduzioni in greco e non dalla lingua originale.
Fraintendere una parola durante una traduzione è molto facile, ma un piccolo errore può provocare effetti catastrofici o particolarmente esilaranti come dimostrano le varie leggende legate al mondo della traduzione. Ad esempio in inglese la parola “kangaroo” significa canguro, eppure nella lingua degli aborigeni australiani sembra non esistere. Una leggenda racconta infatti che un esploratore inglese, alla vista di un canguro, chiese agli indigeni del posto che animale fosse e loro risposero “kangaroo”. In realtà quella frase significava semplicemente “non ho capito”, eppure da quell’errore nacque nella lingua inglese il nome “kangaroo” per indicare il simpatico marsupiale.
Altrettanto divertente è la gaffe di John Fitzgerald Kennedy durante il suo famoso discorso nel 1963 dinanzi al muro di Berlino. Il presidente disse: “Tutti gli uomini liberi, ovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino e quindi, come uomo libero, io sono un berlinese”. La controversia riguarda precisamente la frase “ich bin ein Berliner”, vale a dire “io sono berlinese”. In realtà in tedesco “berliner” indica anche il nome di un krapfen, cioè un delizioso bombolone. Il presidente per pronunciare correttamente la frase “io sono di Berlino” avrebbe dovuto omettere l’articolo “ein”, poiché così come fu pronunciata la frase significava letteralmente “io sono un bombolone”.
Un’altra storia particolarmente divertente legata al mondo delle traduzioni sbagliate riguarda la Corea del Nord. Nel 2012 i media di mezzo mondo deridevano alcuni archeologi nordcoreani convinti di aver trovato la tana dell’unicorno. In realtà questa interpretazione era del tutto sbagliata e legata ad una traduzione troppo frettolosa. Gli archeologi si riferivano semplicemente ad un’antica città chiamata Kringul che letteralmente significa “tana del kirin”, cioè un animale appartenente alla mitologia coreana.
Infine nel mondo del marketing bisogna fare molta attenzione alle traduzioni per evitare di lanciare messaggi sbagliati o equivocabili o addirittura di creare incidenti diplomatici. La Coca-Cola e la Pepsi-Cola infatti hanno dovuto affrontare non pochi problemi di traduzione in occasione della loro commercializzazione in Cina. Il nome della Coca-Cola nel linguaggio mandarino assume un significato davvero assurdo del tipo “mordi il girino di cera”. Non se l’è passata meglio la Pepsi-Cola, il cui slogan “Come alive!” fu tradotto con un improbabile “riporta in vita i tuoi antenati!”. In tema di marketing è molto divertente anche la leggenda della Chevy Nova, auto prodotta dalla General Motors che ebbe molti problemi in tutti i paesi latinoamericani di lingua spagnola. In spagnolo infatti “nova” significa “non va”, non certo il miglior biglietto da visita per commercializzare un’auto. Leggenda vuole che dopo il cambio del nome “Nova” a “Caribe” le vendite decollarono.
Questi miti, veri o falsi, evidenziano comunque l’importanza della traduzione che deve essere in grado di cogliere tutte le sfumature di una lingua per evitare di incappare in “epic fail” ed errori madornali.